Ma da dove deriva l’etimologia della
parola “mamma”? L'etimologia della parola madre è da
ricondursi al sanscrito, anche se alcuni collegano questo termine alla facilità
di pronuncia della lettere m per i bambini, essa è
riconducibile alla radice sanscrita ma- con il significato
primario di misurare, ma anche di preparare, formare.
Da questa radice deriva poi il termine matr, che
diventerà mater in latino, colei che ordina e
prepara, donando il suo corpo - frutto dell'amore - alla vita.
La mia
curiosità mi spinge a trovare e capire le origini della ricorrenza. Sono molto antiche:
il culto della maternità risale agli Antichi Greci, che adoravano la dea
Rhea, madre di tutti gli dei. Poi il culto è stato adottato dai Romani, che
hanno iniziato ad adorare la dea Cibele, personificazione della Natura e quindi
simbolo della vita che rinasce e si rinnova. Con l’arrivo del Cristianesimo, le
feste pagane son state sostituite dal culto della Madonna, e Maggio è proprio
il mese dedicato a Maria, Madre di Gesù.
La madre è vita ed è con essa che il bambino creerà
il primo legame affettivo. Scrive O.M. Aivanhov “Si potrebbe migliorare
l’umanità, ma solo a condizione che si cominci dall’inizio: dalla madre mentre
porta in grembo il suo bambino”.
All’origine si è due in
uno, questo non si potrà mai dimenticare, si conserva nella memoria emotiva
della mamma e del bambino stesso. Oggi è fondamentale per le madri riconoscere
un educazione secondo natura che rispetti i tempi e ritmi di sviluppo del
bambino. Sono quattro i pilastri su cui poggia, ossia:
Amore- Fiducia-Libertà-Rispetto
Per un bambino è
fondamentale sentirsi amato,
accettato nella totalità del suo essere.
L’amore richiede fiducia, piena fiducia nell’essere
amato.
Infine un bambino ha
bisogno di libertà di poter agire e
sperimentare il mondo che lo circonda ascoltando e rispettando i suoi tempi.
La madre rappresenta il
primo “Con-tatto” per i bambini, le carezze materne rappresentano il primo
linguaggio di pelle, e aiutano il bambino all’acquisizione della percezione del
sé. Come se la madre seminasse sulla pelle del suo piccolo tutto il suo amore!
Il contatto non avviene solo attraverso la pelle, ma anche attraverso la
Parola.
Le parole dolci delle
madri possono “toccare il cuore”. La voce in quanto vibrazi one è una sorta di
carezza!
Tutte le mamme
dovrebbero ricordare che per una carezza, un abbraccio, una coccola, una parola
dolce e affettuosa c’è sempre tempo e non c’è età… Una volta, ma spero tante
mamme lo facciano ancora oggi, magari nel giorno della loro festa, perché non
c’è regalo più bello che prendere in braccio o sedersi accanto al proprio
bambino e leggere insieme a lui, una filastrocca, una favola per riaccendere il
loro legame affettivo. Ho scritto una Filastrocca, contenuta all’interno del
mio libro “Una Carezza Nell’Anima” NeP Edizioni che voglio dedicare a mia madre
che mi ha messa al mondo, a tutte le mamme che condividono con me le loro
esperienze e riflessioni e a tutte le mamme che ancora non conosco affinché
imparino ad ascoltare la voce del loro cuore e quella dei loro figli. Auguri!
Dammi una
parte di te disse il fiore all'albero
Dammi una parte di te disse il sole al mare
Dammi una parte di te disse la nuvola al cielo
Dammi una parte di te disse il bimbo alla sua mamma...La mamma lo guardo con dolcezza e gli disse: “sei tu una parte di me”!
(tratta dalla favola
“Sopra il cielo di Parigi” in “Una Carezza Nell’Anima” NeP Edizioni di Tropeano
Marta).
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